Esperti nel disinnesco di antifurti auto arrestati dalla polizia

Buone notizie sul fronte della sicurezza, cinque sudamericani ritenuti resposnabili di una serie di furti in villa tra Lombardia e Piemonte sono stati condannati a pene fino a sei anni di carcere. Cinque latino americani tra cileni e peruviani erano stati arrestati lo scorso gennario. Appartamenti e ville nelle provincie di Lecco e Brianza erano state svaligiate o prese di mira. Un’operazione difficile ha portato al loro arresto e oggi alla condanna definitiva da parte del gup di Milano Maria Cristina Mannocci.

Tra Lombardia e diversi comuni delle regioni circostanti è alta la guardia sul fronte della sicurezza, furti di negozi e proprietà private sono ormai all’ordine del giorno con ingenti danni per le persone colpite che non si trovano soltanto il luogo derubato ma anche danneggiato.

A questo proposito, a Sesto Sangiovanni di Milano è stato arrestato un uomo per scasso e furti di auto, l’uomo è stato preso con un kit di lavoro incredibile e con strumenti da utilizzare per il disinnesco degli allarmi devi veicoli. L’uomo è stato arrestato proprio mentre cercava di portare via il furgone. Il malvivente si era messo all’opera verso le 4 di mattina, all’interno del parcheggio di via Sacco e Vanzetti. Quando la pattuglia della polizia di Stato è arrivata al posteggio, il 32enne aveva già sostituito la centralina del camion. Già conosciuto dalle forze dell’ordine per precedenti di furto e ricettazione, per l’uomo sono così scattate le manette. Sul posto oltre alla polizia di Sesto, anche una pattuglia del commissariato di Cinisello e l’istituto di vigilanza Ivas.

 

Agenzia delle Entrate: quando scatta il bonus antifurti

Per quali lavori spettano le agevolazioni 2017
I lavori sulle unità immobiliari residenziali e sugli edifici residenziali per i quali spetta
l’agevolazione fiscale sono i seguenti.
A. Gli interventi indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001
(Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia),
effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali. Si tratta degli
interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia.
B. Gli interventi elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001
(manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia), effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di
qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze.
Gli interventi di manutenzione ordinaria (vedi l’apposito paragrafo) sono quindi ammessi
all’agevolazione solo se riguardano parti comuni di edifici residenziali.
C. Gli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato
a seguito di eventi calamitosi, anche se detti lavori non rientrano nelle categorie
indicate nelle precedenti lettere A e B e a condizione che sia stato dichiarato lo
stato di emergenza.
D. Gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali,
anche a proprietà comune.
E. I lavori finalizzati
 all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi a oggetto ascensori e
montacarichi (per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno
all’abitazione)
7 febbraio 201
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 alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la
robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire
la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di
handicap gravi, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge n. 104/1992.
La detrazione compete unicamente per le spese sostenute per realizzare
interventi sugli immobili, mentre non spetta per le spese sostenute in
relazione al semplice acquisto di strumenti, anche se diretti a favorire la
comunicazione e la mobilità interna ed esterna.
Pertanto, a titolo di esempio, non rientrano nell’agevolazione i telefoni a viva
voce, gli schermi a tocco, i computer, le tastiere espanse. Tali beni, tuttavia,
sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a
determinate condizioni, è prevista la detrazione Irpef del 19%.
F. Interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del
compimento di atti illeciti da parte di terzi.
Per “atti illeciti” si intendono quelli penalmente illeciti (per esempio, furto,
aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti
la lesione di diritti giuridicamente protetti).
In questi casi, la detrazione è applicabile unicamente alle spese sostenute per
realizzare interventi sugli immobili. Non rientra nell’agevolazione, per esempio, il
contratto stipulato con un istituto di vigilanza.
A titolo esemplificativo, rientrano tra queste misure:
 rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie
degli edifici
 apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione
 porte blindate o rinforzate
 apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini
 installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti
 apposizione di saracinesche
 tapparelle metalliche con bloccaggi
 vetri antisfondamento
 casseforti a muro
 fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati
 apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline.

L’Agenzia delle Entrate annuncia: è possibile ottenere il bonus antifurti nel caso in cui siano necessari interventi edilizi per l’installazione del sistema di allarme: pertanto, secondo la circolare 10/E/2014, è possibile estendere il bonus mobili all’installazione dei sistemi di allarme solo nel caso, per essi, sia necessario intervenire con modifiche alla struttura e, quindi, lavori di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione.

L’acquisto (e la successiva installazione) di un antifurto è un atto di prevenzione di atti illeciti da parte di terzi: secondo alcune stime, è possibile prevenire, con la sola installazione dell’antifurto in una casa, un furto oppure un tentativo di rapina da parte dei malintenzionati. Si stima che una buona percentuale di furti vengano sventati proprio grazie alla presenza del sistema di allarme: in qualche caso, esso previene il furto perché i malintenzionati evitano accuratamente di entrare in una casa correttamente protetta; in altri casi, per i più temerari, grazie alle nuove tecnologie di antifurto è quasi impossibile accedere all’interno di un immobile.

Il costo dell’antifurto è variabile a seconda della tipologia di sistema di allarme che scegliamo, ma anche delle varie aggiunte accessorie che ad esso associamo nel caso in cui ci si senta maggiormente sicuri ad avere un sistema più barricato.

Tuttavia, uno dei motivi per cui molte persone, pur avendone bisogno o comunque sentendone la necessità, decidono di non acquistare un sistema di allarme, rimandando sempre l’acquisto, è proprio il fattore economico: in un momento di crisi, in cui mancanza di lavoro e di prospettive economiche hanno la meglio, sembra davvero difficile acquistare un antifurto, visto che il sistema di allarme può essere anche parecchio costoso.

Il bonus mobili esteso agli antifurti potrebbe essere un ottimo modo per prevenire gli atti illeciti da parte di terzi, perché, grazie alla detrazione fiscale, vi sono delle riduzioni che consentono di effettuare l’acquisto più liberamente.

Tuttavia, il bonus mobili può essere esteso all’implementazione dei sistemi di allarme solo in alcuni casi, ovvero quando per la loro installazione è necessario effettuare opere di risanamento e ristrutturazione, opere di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro o risanamento conservativo.

La buona notizia è che grazie a questa circolare, sarà più facile e meno pesante l’acquisto dell’antifurto, per il quale si può ottenere una riduzione fino al 50%.

La notizia meno buona è che, in ogni caso, ferme restando le regole appena indicate, è comunque necessaria una valutazione specifica caso per caso, che ha lo scopo di verificare gli interventi realizzati e che, pertanto, può indicare se si può applicare il bonus antifurti oppure no.

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Antifurti appartamento, quale scegliere?

antifurti appartamento

Antifurti appartamento.

Buongiorno. Abito in un appartamento al quinto piano, in una zona abbastanza trafficata e centrale: fino a qualche anno fa, parlare di antifurti era alquanto inutile perché in questa zona non si erano mai verificati furti o intrusioni di ladri. Negli ultimi tempi, invece, la situazione è radicalmente cambiata ed in molti condomini in zona si sono verificati furti e tentativi di scasso. Come difendere al meglio la mia casa? Quale tipo di antifurto mi consiglia?

Buongiorno a lei e grazie per la sua richiesta di consulenza. Per risponderle correttamente, è bene prima di tutto fare una considerazione: negli ultimi tempi le richieste di informazione sugli antifurti sono effettivamente aumentate a causa della malvivenza che ha subito un aumento molto rapido. L’esigenza di proteggere la propria abitazione dalle intrusioni dei malviventi è sempre più importante, anche perché non si teme più solo per i propri beni ma principalmente per la propria incolumità e quella dei propri cari.

Difendere la propria casa è molto importante, specialmente se è risaputo che nella zona in cui si vive si siano verificati altri furti da parte di malviventi. La scelta dell’antifurto ideale, però, non è cosa semplice perché dipende da moltissimi fattori, primo fra tutti il budget che si è disposti a spendere: in commercio vi sono antifurti di tutti i tipi, dai classici e tradizionali sistemi di allarme cablati (ovvero, gli antifurti con fili), ai sistemi di allarme più innovativi, che funzionano con tecnologia wireless.

Sulla base della nostra esperienza, oseremmo dire che in un appartamento possa essere sufficiente un classico antifurto cablato, con dei sensori magnetici per le finestre e per le porte-finestre, ma questa considerazione non può essere definitiva se prima non si fanno delle più precise valutazioni in merito, analizzando l’ampiezza della casa, la presenza di animali, l’esigenza di difendere anche le parti interne.

In sostanza, la scelta deve considerare diversi fattori: l’aiuto di un esperto potrà aiutarla a scegliere tra i vari antifurti presenti in commercio.

 
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Antifurti e garanzia certificata

Antifurto perimetrale

Antifurti e garanzia certificata

Gli antifurti oggi si dividono in due tipologie di sistemi, via cavo o senza fili. Gli antifurti con collegamento elettrico prevedono l’installazione professionale ad opera di professionisti, una sistemazione degli elementi con uno schema studiato sulle varie uscite ed esigenze spaziali e del proprietario. Invece l’antifurto wireless basa tutto il collegamento sulle onde radio, tra i rivelatori di sensori, la centralina e il segnalatore acustico non ci sono cavi elettrici, ma solo un sistema di antenne di ricezione. Purtroppo, il sistema antifurti wireless non possono essere installati da tutte le parti sia perché in prossimità di grossi spazi pubblici come aeroporti e ospedali possono influenzare l’uso degli apparecchi segnalatori. Il secondo motivo è che alcune frequenze potrebbero incidere sul funzionamento e quindi la sicurezza sull’uso dell’impianto d’antifurto.
Alla base della scelta di un buon antifurto c’è la garanzia, per garanzia intendiamo una serie di certificazioni sullo stato buono degli elementi tecnici e sull’affidabilità dell’azienda che fornisce l’impianto di sicurezza allarme e tutti i servizi connessi come intervento attivazione accidentale, assistenza guasto, ricambio e manutenzione degli elementi, così via. La certificazione è obbligatoria sicuramente per gli antifurti a filo, ma sta diventando prassi e obbligo anche per i sistemi senza filo, perché il produttore e venditore devono provare la capacità buona e non soggetto ad interferenze per difetto delle onde radio di comunicazione tra i diversi elementi che compongono in sistema e, infine, tra il sistema e la centrale stessa. Il sistema IMQ è la principale certificazione di sicurezza, la sigla infatti intende “Istituto Italiano del Marchio di Qualità”. Questo simbolo attesta sia il buono stato degli impianti, dei materiali e delle componenti elettriche che devono essere conforti alle norme CEI, sia la modalità di lavoro dell’azienda che installa l’impianto o vende i sistemi di allarme e antifurto.
Come abbiamo detto, questo tipo di certificazione prima era richiesta e applicata soprattutto ai sistemi di antifurti a cavo, ma oggi anche i sistemi di protezione wireless richiedono una certificazione sicura sul funzionamento.

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