Installazione antifurto

Installazione antifurto

Una delle domande che spesso ci si pone in merito ai sistemi di allarme è, oltre al costo, quali siano le fasi dell’installazione antifurto.

Naturalmente, dare una spiegazione valida per tutti i tipi di sistemi di allarme in commercio non è semplice, ma è comunque possibile fare qualche piccolo esempio considerando il classico antifurto via cavo da abitazione, parlando dei collegamenti per sensori, dispositivi di controllo e sirene e considerando anche la presenza di un telecomando oppure una chiave elettronica per l’inserimento o il disinserimento dell’allarme. Chiaramente non si citerà l’installazione antifurto senza fili, in quanto le uniche operazioni da compiere in quel caso sono le programmazioni di sensori e centralina dell’intero sistema, operazioni che rendono più agevole l’installazione antifurto ma, spesso, fanno sensibilmente lievitare i costi dei componenti.

Generalmente, in un sistema d’allarme la centrale inoltra di continuo dei segnali ai sensori i quali, dopo pochi istanti, rimandano indietro il segnale. Se il segnale non viene ritornato alla centrale, scatta automaticamente l’allarme; nella maggior parte dei sistemi antifurto, il segnale inviato dalla centrale ai sensori è un semplice negativo di alimentazione, che passa all’interno di due morsetti nel sensore. In un morsetto entra il segnale, e dall’altro esce. Se scatta l’allarme, il sensore stacca il contatto e non consente il ritorno del segnale alla centrale.

Quando si effettua l’installazione antifurto, bisogna essere certi che il collegamento dei cablaggi sia effettuato a regola d’arte, per non far risultare i sistemi non affidabili con allarmi che scattano da soli oppure che, in caso contrario, non scattano affatto.

Altra cosa essenziale nell’installazione antifurto è collegare la sirena, che viene effettuata in maniera uguale ai sensori cambiando, però, l’alimentazione. Le sirene degli antifurto possono essere di due tipologie: semplici, ovvero alimentate dalla centralina, oppure autoalimentate. La prima tipologia fa scattare l’allarme quando non ritorna il segnale inviato dalla centrale alla stessa sirena, con l’inconveniente che, qualora dovesse esser scollegato o tagliato il cavo di alimentazione, non si verificherà alcun suono di dissuasione. Le centrali autoalimentate, invece, prevedono la presenza di batterie per l’alimentazione che consentono all’antifurto di scattare anche se dovesse essere tagliato il cavo di alimentazione.

Nell’installazione antifurto, se previsto, dovranno essere aggiunte anche le videocamere di sorveglianza, esterne e interne, collegate preferibilmente ad un modem-router che consenta la trasmissione delle immagini tramite internet su un dispositivo mobile. Queste saranno preferibilmente montate all’esterno, in modo da riprendere i punti d’accesso all’abitazione come, ad esempio, porte e finestre dell’abitazione, e all’interno, soprattutto verso i lucernari oppure le stesse porte e finestre, in modo da avere le immagini di chi ha tentato di entrare nelle vostre abitazioni.

Altro componente da considerare durante l’installazione antifurto è la chiave elettronica, ma anche gli eventuali telecomandi. Nella maggior parte dei sistemi antifurto è già presente nella centralina la chiave elettronica. Qualora questa non fosse presente, si dovrà connettere alla centrale allarme la scheda di decodifica, utile per la crittografia del codice abbinato alla chiave elettronica. La scheda di decodifica richiede la connessione di quattro cablaggi, due di alimentazione (positivo e negativo) e due per alimentare i comandi di accensione e spegnimento del sistema. Qualora l’installazione antifurto preveda la presenza di un telecomando per l’inserimento-disinserimento del sistema antifurto da remoto, bisognerà inserire una scheda di ricezione al posto della scheda di decodifica, sfruttando però gli stessi contatti.

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